Supper at Emmaus (1602) National Gallery, London. Caravaggio. Another masterpiece of Christian art from the Counter-Reformation.
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Questa la domanda che si è posto il Club Castel del Monte Host, attraverso il suo Presidente Peppino Pierro, in una serata dedicata alla cultura e alla contingenza politica in Italia che ha visto la partecipazione, come relatore, di un campione del giornalismo radiotelevisivo e della carta stampata, lo scrittore Pietrangelo Buttafuoco autore e conduttore di svariate trasmissioni e penna autorevole de “Il Foglio” e “Panorama”, accompagnato dal giornalista Michele De Feudis come moderatore. L’incontro, strutturato come Interclub, ha visto partecipi anche i Club Andria-Costanza d’Aragona, Barletta-Leontine de Nittis e Minervino M.-Boemondo d’Altavilla, nonché l’autorevole presenza del Governatore Giovanni Ostuni e del 2° Vice Governatore Pio Gallicchio.

La manifestazione, tenuta con toni non gridati, come in un talk show, è stata introdotta da un breve discorso di Pierro che ha chiesto al relatore di evidenziare i legami tra l’attualità politica, la crisi economica e quella del mondo del lavoro.

De Feudis ha introdotto l’incontro domandando: “Dove va la politica? A che punto è la notte dell’Italia?

Buttafuoco ha dipinto un quadro duro della realtà italiana che bussa alle porte dei cittadini che hanno disoccupati in casa provvisti di due pezzi di carta: il tanto ambito diploma e un biglietto aereo di sola andata per emigrare all’estero in cerca di lavoro. L’erosione del benessere causato dalla crisi ha reso ben poca cosa la sicurezza di investire nelle professionalità.

La situazione attuale è figlia del duello tra la suggestione della politica e la realtà. E’ difficile che la realtà possa seguire le suggestioni provocate dalla politica quando, ad esempio, si prende atto del disagio economico causato dal nettissimo calo delle esportazioni verso la Russia a seguito delle sanzioni europee provocate della crisi ucraina.

L’attuale incertezza politica viene alimentata dalla contrapposizione tra i due Matteo nazionali: il primo, Presidente del Consiglio, preso dall’impegnativo compito di tenere unita la sua base, attuare le riforme promesse e dimostrando di non essere distante dal liberismo di stampo berlusconiano; il secondo, esponente rampante della nuova destra a cui cerca di proporre una nuova identità culturale protesa ad esprimere concetti e parlare una lingua che arrivi subito all’opinione pubblica, all’uomo della strada, carpendone le velleità, comprendendone i bisogni e intercettandone le potenzialità. Questo soffice scontro ideologico è espressione, una volta ancora, della illusione della politica che fa concorrenza alla realtà.

La confusione ideologica, che deve ancora trovare chiarezza in Italia, altrove ha già dissipato le sue nebbie mostrando un riassetto dell’asse socio-politico che non è più compreso tra destra e sinistra ma tra alto e basso, cioè tra élite e popolo. La recente esperienza elettorale francese ha dimostrato appunto come la classe operaia non si identifica più nel socialismo, da sempre garante del movimento dei lavoratori, ma si schiera a fianco della “nuovelle droite” rappresentata da Marine Le Pen e il suo Front National decretandone l’inatteso successo, figlio appunto della già citata trasformazione della polarità socio-politica.

In questo quadro drammatico anche lo spirito di accoglienza e lo spontaneismo della solidarietà sono stati drammaticamente modificati. Dallo storico imponente sbarco di albanesi del 1990 nel porto di Bari, in un momento di benessere generale e solidità economica, oggi è purtroppo  esplosa una bomba demografica su un territorio non più capace di reggere il peso dell’immigrazione, impossibilitato a garantire l’autosufficienza ai nostri giovani pronti ad emigrare con il famoso biglietto aereo in mano.

La Puglia, appunto, terra di invasione ed evasione di disperati, terra di nobile impegno politico, di giovani talenti ceduti all’estero e di fedeli servitori della Patria, due dei quali con dignità e decoro sopportano ancora oggi, in India, il peso della precarietà di equilibri economico-politici internazionali che non guardano all’uomo ma al profitto. Buttafuoco conclude il suo pensiero sottolineando che c’è qualcosa di lercio nella fabbrica delle opinioni che non restituiscono in Italia grande considerazione nei confronti delle Forze Armate.

Quello descritto da Buttafuoco è sembrato un quadro assolutamente fosco. Tuttavia lo scrittore ha voluto fortemente esaltare, ringraziando la nostra grande Associazione, “il ruolo dei Lions, custodi e interpreti di un servizio rivolto al bisogno e humus per far germogliare quel poco che si muove in Italia”.

Apprezzando le parole del giornalista, dopo il breve e appassionato intervento di Pio Gallicchio, il Governatore Giovanni Ostuni ha precisato che “si deve essere severi sul principio di responsabilità nell’affrontare le emergenze e per far ciò dobbiamo essere presenti nella “polis” ed educarci alla politica evitando di inaridirci e di smarrire quei valori che rendono appunto i Lions fornace di idee e di servizio per il prossimo.

 

                                                                                                          Michele Mastrodonato

                                                                                                                                Addetto Stampa

                                                                                                               Lions Club Castel del Monte Host