L'ingresso di Garibaldi a Napoli, il 7 settembre 1860, nell'attuale Piazza 7 settembre
Tempo di lettura: 5 minuto/i

E’ stata una grande giornata!

Nel solco tracciato dal Tema di Studio del Distretto 108 AB Puglia del Lions Club International il 29 ottobre scorso si è tenuta in Corato una grande manifestazione dedicata alle celebrazioni del 150° Anniversario dell’Unità d’Italia.

Organizzato dal Lions Club Castel del Monte Host, guidato per l’anno sociale 2010-2011 dell’Ingegnere coratino Natalino Petrone si è svolto, infatti, un meeting-dibattito diviso in tre appuntamenti, dal titolo “Storia e Controstoria dell’Unità d’Italia” al quale hanno partecipato Gigi Di Fiore, scrittore, storico e giornalista de “Il Mattino” di Napoli, esperto studioso del Risorgimento italiano e autore di saggi di successo sull’argomento, il Prof. Giuseppe Poli, docente di Storia Moderna all’Università di Bari e Lions socio del Club di Bisceglie, come moderatore il dott. Vincenzo Rutigliano, giornalista pubblicista del “Sole 24 ore”, con la partecipazione delle più alte cariche lionistiche, quali il Past Direttore Internazionale Seggio Maggi, l’Immediato Past-Governatore Licia Bitritto Polignano, il 2° Vice Governatore Francesco Barracchia e del Vice Sindaco di Corato, Sig. Nocca, in rappresentanza del Sindaco Luigi Perrone; numerosa la partecipazione di studenti, docenti e semplici cittadini interessati.

Al mattino l’incontro si è tenuto nell’Auditorium del Liceo Artistico di Corato, cortesemente messo a disposizione dal Dirigente Prof. Vincenzo De Mitri, presente alla manifestazione, con la partecipazione di rappresentanze di tutte le Scuole Medie Superiori delle Città di Andria, Corato, Ruvo di Puglia e Spinazzola a beneficio delle quali i relatori hanno partecipato al dibattito fornendo ai ragazzi spunti di riflessione e di formazione sui principali risvolti storici positivi e negativi del fenomeno Unità d’Italia in un anno in cui molte Scuole hanno inserito nel loro programma formativo appunto questo argomento in occasione delle celebrazioni del 150° anniversario. Gli argomenti portati da Di Fiore con estrema puntigliosità e con precisa documentazione a sostegno degli aspetti critici legati all’Unità nazionale, cui hanno fatto da contrasto le motivazioni a sostegno dei benefici, argomentati dal Prof. Poli, hanno stimolato gli studenti coinvolgendoli nella discussione, quasi sorpresi da considerazioni sicuramente in controtendenza rispetto alle classiche conoscenze quasi romanzate intorno alle gesta degli “eroi” risorgimentali in un quadro attuale di revisione critica della storia del fenomeno unitario. Gli interventi dei relatori in questa sorta di talk-show, gestito con efficacia da Rutigliano, hanno riscosso il successo tanto sperato sancito dal consenso finale dei ragazzi e dei loro docenti, intervenuti anche nel dibattito.

 

Nella serata il dibattito si è spostato nella Sala Consiliare del Palazzo Municipale di Corato, con la presenza di un pubblico adulto. E’ stata l’occasione per approfondire con più impegno gli argomenti discussi al mattino con i ragazzi.

Gigi Di Fiore ha meglio chiarito i motivi della sua posizione revisionista del fenomeno unitario, precisando che il revisionisno non è certamente negazionismo ma una lettura più attenta, più critica, liberata dall’enfasi storiografica del passato. Per Di Fiore il termine “Controstoria”, da lui usato, va visto non in chiave provocatoria: “la storia è sempre fatta di luci e di ombre, ombre che vanno dissolte per cercare e comprendere le diversità concettuali”. L’esperienza garibaldina della spedizione dei Mille non nasce per caso, diventa una vera e propria Epopea, che vede i poveri come protagonisti secondari, quasi sullo sfondo della scena, la retorica del bene contro il male, dei pochi contro i molti.

Sono tante le premesse diplomatiche alla spedizione: uno stato sabaudo indebitato, la riorganizzazione della flotta piemontese, l’ appoggio diplomatico e finanziario dell’Inghilterra e della Massoneria europea sollecitata dal movimento mazziniano, hanno indotto a scegliere Marsala, già caposaldo degli interessi economici britannici, specie nel settore del commercio del vino, come punto di approdo della spedizione e di inizio della marcia trionfale.

Il dottor Di Fiore ha poi continuato a parlare della composizione del piccolo esercito dei Mille, che in realtà era composto da un esiguo numero di intellettuali meridionali in quanto nel Mezzogiorno non era forte il senso di Unità di Italia.

Lo scrittore ha chiarito i motivi cha hanno indotto in passato a considerare l’anelito unitario come “rivoluzione di pochi”. “La maggior parte dei Mille era rappresentata da Avvocati, Ingegneri, Medici, professionisti in definitiva, attori di una rivoluzione dell’avanguardia intellettuale, una rivoluzione calata dall’alto priva della partecipazione di un popolo scarsamente presente sullo scenario della storia, scarsamente colti , senza peraltro esperienza di partecipazione sia alle cose della politica che ai movimenti di opinione compresa la partecipazione al voto”. Le stesse fila dei rivoluzionari garibaldini furono ingrossate non dai contadini siciliani, o del meridione peninsulare, ma dai “picciotti” coscritti nei piccoli “eserciti” dei latifondisti dell’epoca e forniti al Generale per fini sicuramente in linea con interessi di pochi, contro le speranze dei contadini di vedersi riconosciuto il diritto al miglioramento delle loro condizioni di vita attraverso la concessione del tanto agognato pezzo di terra da coltivare. Il fenomeno del brigantaggio, esaminato da Di Fiore, si innesca proprio nella delusione delle popolazioni del Regno borbonico, di fronte al crollo delle speranze di emancipazione e nello  scambio egemonico tra un Regno assolutista, ma comunque aperto allo sviluppo industriale e all’innovazione e un Regno calato dal Nord, opportunista, indebitato e quindi bisognoso di drenare risorse economiche, ambientali e umane da un meridione già affamato, utilizzando anche maniere forti e crudeli.

Il contributo della “Storia” è stato portato da un vivace Prof. Poli che ha confermato che “nel Risorgimento non si può ricondurre l’Unità d’Italia soltanto  all’impresa dei Mille; la diplomazia ha giocato un ruolo fondamentale nel contribuire all’emancipazione di un’Italia  arretrata,  soprattutto nel Mezzogiorno, ancora legato alla proprietà terriera, all’egemonia della chiesa e al regime capitalistico». Secondo Poli la rivoluzione che ha portato all’Unità è iniziata dai moti giacobini degli ultimi anni del Settecento ed è finita solo con la I guerra mondiale, ed è stata difesa e completata finalmente con la guerra di Liberazione del 1945 quando i partigiani riescono a provocare la svolta repubblicana dell’Italia. Poli, studioso delle dinamiche socio-economiche dell’Ottocento,  ha inoltre aggiunto che  “fuori di dubbio che, se l’Italia era storicamente e socialmente divisa dai  vari dialetti, vedeva, tuttavia, presenti nelle varie regioni analogie tra  usi e costumi, similitudini tra riti e tradizioni  meridionali e i riti magici settentrionali, con  uguaglianze di abitudini e culture gastronomiche che già dimostravano una effettiva profonda unione nazionale».

La terza fase della lunga giornata, ha riunito in una occasione conviviale, salutata anche dall’ingresso nel Club Castel del Monte Host di due nuovi giovani soci,  relatori e soci Lions intorno al motivo di tanto sforzo organizzativo e di energie profuse. La celebrazione del 150° Anniversario dell’Unità d’Italia, condivida da tutto il Distretto Lions Pugliese, guidato dal Governatore Rocco Saltino, capita in una fase storica caratterizzata da un incessante dibattito sui profondi motivi della validità di una tanto agognata unità nazionale e sull’utilità pratica di una frammentazione amministrativa di tipo federalista che non può prescindere dall’assetto istituzionale unitario della Nazione Italia. Ogni Italiano e, nel nostro mondo lionistico ogni Socio, senza distinzione di origine o provenienza, deve sentirsi impegnato a tutelare lo spirito di Unità Nazionale sostenendola con sentimenti di solidarietà e fratellanza, scongiurando il pericoloso tentativo di una morbida “balcanizzazione” del nostro stivale. L’Italia dovrà essere sempre espressione di un popolo unito e giammai una “semplice espressione geografica”, nel rispetto e nel ricordo del sacrificio dei nostri padri.

 

 

                                                                                                                 Michele Mastrodonato

                                                                                                                         Adetto Stampa

                                                                                                        Lions Club “Castel del Monte-Host”