Il Territorio

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…… Intitolare il nostro Club “Castel del Monte Host” ha significato non soltanto legittimare la nostra identità con un’immagine pregna di simbolismi e di idealità universali, ma affidare ad “una sentinella” della memoria le ragioni più autentiche della nostra aggregazione: i monumenti, infatti, sono significativi non soltanto perché conservano onorevolmente le funzioni per le quali sono stati ideati e creati, ma anche perché col tempo si sono caricati di valore emblematico, storico, persino economico aggiuntivo. Essi diventano così dei perni intorno ai quali si articola l’intera vita del territorio, potremmo dire lo scheletro rigido sul quale si depositano le parti mobili e superficiali, la pelle e i muscoli del territorio stesso; sono, infine, come i geni, gli insiemi dei caratteri fisici e spirituali, ereditati o trasmessi, responsabili comunque del carattere, dell’aspetto, della vocazione stessa del territorio cui appartengono.

Insomma il Castello, giunto a noi saturo di tutti quei simboli che la geografia mentale medievale e l’immaginario collettivo nel tempo vi hanno depositato e sui quali incessantemente si interrogano specialisti e appassionati alla ricerca di intriganti interpretazioni, viene dai Lions caricato di un supplemento di simbologia, in grado di dare corpo, visibilità, anima … alla presente vocazione e alla “mission” futura del Club cresciuto alla sua ombra e nel suo nome.

Simbolo di appartenenza ad un territorio. Non si può non ammettere che Castel del Monte con la sua posizione elevata, con la sua mole nitida e percepibile da ogni angolo dello sconfinato paesaggio lunare Murgiano, è divenuto cifra distintiva della nostra identità, di un modo di vivere e prima ancora di un certo modo di essere: la fondazione del

nostro Club ha dunque espresso l’intelligente aspirazione ad esaltare i segni, le forme, le espressioni più diverse di  un territorio che reca    tratti    inconfondibili    di    omogeneità  accanto a declinazioni locali degne di essere conservate e valorizzate. Donde il coraggio di aggregare intorno alla nobile icona centri distanti tra loro, abbracciando un territorio molto vasto e realtà socio-culturali variegate: si stringono, infatti, fisicamente e idealmente nel nostro Club tre comunità – Andria, Corato e Spinazzola – con vicende vicine e lontane diverse e tuttavia sorelle, capaci di conseguenza di condividere sogni e destini … e così può accadere che un piccolo paese come Spinazzola, ormai svenato dall’emigrazione possa trovare proprio nei Lions un pizzico di lievito di vita sociale e culturale, in grado di ridurre e compensare i limiti con i quali storia e geografia hanno tracciato la sua vicenda recente.

Con intuito profetico il Lions Club Castel del Monte Host 25 anni fa ha immaginato la conservazione e la promozione di un patrimonio di esperienze, di tradizioni e di valori di questo lembo pregiato di Puglia, cui oggi mira, tra difficoltà e incertezze di ogni natura, il parco dell’Alta Murgia: già allora, infatti, i soci fondatori con lodevole lungimiranza intesero la pregnanza della comune appartenenza e immaginarono di rafforzarla attraverso i vincoli amichevoli che il club favorisce e attraverso lo spirito di servizio che ovunque e da sempre i Lions sanno sollecitare. E così gli spazi smisurati che la Murgia regala si sono trasformati in scenari dove lo sguardo si allena a guardare lontano … i paesaggi duri e pietrosi, sfondi ingrati di una vita difficile, in luoghi dell’anima puri e delicati … le distanze in sentieri dello spirito … piacevoli e percorribili.

Simbolo della mediterraneità. L’ottagono solitario, non v’è che dire, conserva pietrificata nella sua adamantina, perfetta, azzarderei metafisica … struttura la suggestione di forme che vengono di lontano, che salgono dalla memoria per saldarsi con  l’immagine  del  presente …:  la attitudine tutta greca ad esibire la pietra nella sua essenzialità, la suggestione degli edifici imperiali romani, la geometria impeccabile dei castelli ommayadi del deserto, gli incanti bizantini ed arabi degli interni saturi di colore (sebbene ormai perduto) dichiarano nella loro felice contaminazione ed ibridazione il fascino inesauribile esercitato su Federico dal composito mondo mediterraneo. Ecco un altro sottile ma imperioso richiamo che da quell’icona ai Lions deriva: raccogliere l’eredità del prezioso patrimonio di cultura e umanità qui conservato per affrontare più forti la sfida della modernità, tornare a pronunciare con maggior convinzione quelle decisive parole che sono state coniate per la prima volta proprio qui, sulle rive del Mediterraneo e che più tardi esportate in ogni parte del mondo lo hanno civilizzato … uomo misura di tutte le cose, democrazia, filosofia, diritto, uomo sub specie aeternitatis. Trasformare le presunte debolezze del Meridione in consapevoli risorse, scegliere con A. Camus “Itaca, la terra fedele, il pensiero audace e frugale, l’azione lucida, la generosità dell’uomo che sa … con lei rifaremo l’anima di questo tempo!

Simbolo dell’Europa in costruzione. La presenza invisibile, ma perenne, dell’imperatore germanico che però amava intensamente il Mediterraneo e di cui il Castello è divenuto maschera misteriosa in virtù di una non comune identificazione dell’opera con il suo committente, come pure il suo peregrinare disinvolto da turista euromediterraneo ante litteram da Gerusalemme a Costantinopoli, da Chartres e Reims ed ancora ad Acquisgrana, ci suggeriscono uno spunto europeistico, cui anche i Lions devono contribuire con consapevolezza, urgenza, profonda dedizione.   Nel   momento   in  cui  sembrano

svanire le soluzioni di integrazione euro-mediterranea, in cui si riaccendono le intolleranze e si potenziano i conflitti, decisiva può farsi l’azione di mobilitazione delle coscienze  che un’associazione internazionale come i Lions può esercitare in vista della formazione della cittadinanza europea. Che non è più generica aspirazione delle anime belle ma uno dei principi fondamentali della Carta dei diritti del Cittadino Europeo, che non è evidentemente regola e che non è nemmeno automatismo, ma che è conquista, ossia frutto di un processo graduale di consapevolezza; cittadini non si nasce, ma si diventa! Se la si dovesse rappresentare geometricamente la nostra forma ideale di cittadinanza, si potrebbe immaginarla concentrica, dove le diverse appartenenze, al proprio luogo, ad un territorio, ad una regione, ad un Paese, all’Europa, al mondo sono per l’appunto concatenate, contenute l’una nell’altra senza conflitti o esclusioni come accade nell’impeccabile geometria della concentrica pianta del Castello!

Simbolo della “mission di tutela” del territorio! Perché il nostro Club possa con rinnovato coraggio ergersi, proprio come Castel del Monte, a perenne “sentinella” della memoria e ad attento “guardiano” dell’avvenire del nostro territorio, divenendone “tutor”, ossia fonte e strumento  di una tutela da esercitare sull’ambiente, sulle persone, sulle comunità, sulle relazioni che al loro interno si sviluppano, una tutela che non è mero controllo ma che si traduce nel prendersi quotidianamente cura di cose, luoghi e persone, irradiando intorno a sé la stessa luce che da secoli emana dal nostro Castello

 

 

Prof.ssa Mimma Bruno Guidone