Vista panoramica scogliera di una località balneare nel Mar Mediterraneo
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E’ questo il tema affrontato nel meeting organizzato dal Club Castel del Monte Host, il 30 novembre scorso, imperniato sui rapporti tra comunicazione e territorio, che ha chiuso un mese di intensa attività del Club tutto proteso sull’attenzione ai problemi della nostra terra.

L’incontro, strutturato come dibattito, è stato moderato da Cenzio Di Zanni, giornalista di emittenti televisive e web e ha visto come protagonisti autorevoli personalità quali lo scrittore salentino Stefano Petrucci autore del libro Comunicare Mediterraneo e fondatore dell’Accademia del Rinascimento Mediterraneo, il dott. Cesare Veronico già Assessore all’Ambiente della Provincia di Bari e attualmente Presidente del Parco Nazionale dell’Alta Murgia, e il barese dott. Gianluigi Cesari ricercatore in “Agricoltura sostenibile” dell’Istituto Agronomico Mediterraneo. Le finalità del dibattito sono state quelle di studiare e verificare l’impatto dei moderni metodi di comunicazione sulla riscoperta e rilancio del vecchia cultura contadina mediterranea, e in particolare del meridione d’Italia, e in che modo essi siano di vero sostegno a questo obiettivo.

Aprendo il dibattito Di Zanni ha indicato come il potere della comunicazione riesca a plasmare e in qualche modo a modificare la realtà e quanto essa sia contaminata dal suo potere performativo: marketing, pubblicità, persuasione più o meno occulta, utilizzano la comunicazione sapientemente gestita per migliorare l’aspetto di ciò che si offre all’attenzione del pubblico.

Stefano Petrucci si è soffermato sulla sua esperienza di arguto osservatore delle dinamiche di comunicazione applicata alla riscoperta del territorio. Secondo lo scrittore la Comunicazione è una “leva che mette le ali alle idee” . Essa riesce a creare realtà parallele e giochi creativi con lo scopo di far imparare a comunicare non tanto per imporre od ottenere qualcosa (sarebbe una distorsione del concetto di comunicazione), ma per condividere con il nostro prossimo esperienze, paure, emozioni. Gli obbiettivi più tangibili della comunicazione restano quelli della “colonizzazione del nostro cervello” e della “separazione tra il voler essere e il voler fare”.

Cesare Veronico ha confermato che tutela e valorizzazione del Parco dall’Alta Murgia, tra i più estesi d’Italia, sarebbero meglio garantite da un’attenta strategia di comunicazione e da una politica di promozione delle peculiarità e delle capacità economico-produttive che una realtà come la nostra può evidenziare a livelli nazionali e/o sovranazionali. Grazie ad una comunicazione ampia e finemente descrittiva, il Parco si appresta a diventare un poderoso volano per il rilancio dell’economia pugliese, attualmente in profonda crisi legata alle notissime difficoltà economiche del Vecchio Continente.

Cesari dal canto suo sostiene che una cattiva comunicazione vada a discapito del mondo agricolo, principale catalizzatore della nostra cultura popolare. La Puglia dei secoli passati era il crocevia dei commerci, dei prodotti e delle colture agricole in competizione o scambio con altri popoli del bacino mediterraneo. Dopo la I guerra mondiale la riconversione delle industrie belliche in fabbriche di concimi chimici e pesticidi ha trasferito la chimica dei nitrati nel settore agricolo stravolgendo le abitudini, i ritmi di lavoro e la qualità dei prodotti della terra. Si è venuta costituendo un’industria agro-alimentare che ha sfruttato intensivamente la terra allontanandosi progressivamente da tutto ciò che di biologico costituiva le vecchie produzioni agricole. Si rende necessario oggi il ritorno ad un tipo di coltivazione biologica in conformità a quanto indicato dalla Comunità Europea. Per fare ciò è giusto utilizzare la comunicazione per ricollegare quei fili di passato ed esperienze, tra la natura e il biologico, interrotti da interessi economici contrastanti.

Il dibattito si è concluso con una certezza che è apparsa come una esortazione: “nell’anima del Sud risiede forza e legame con la natura e la terra. Quest’anima può indicare una via migliore che le nuove generazioni meridionali potranno seguire”.

L’intervento conclusivo del Presidente del Club, Pasquale Cannillo, ha confermato l’impegno del Club Castel del Monte Host, in linea con gli interessi generali dei Lions Club, nell’approfondimento di temi quali la comunicazione, strumento di condivisione di aspetti sociali, economici ed etici nell’ambito del Club, tra i Clubs di un Distretto e soprattutto fuori dal mondo lionistico, senza che venga meno l’approfondimento di temi connessi con il territorio, inteso come storia e radici del nostro sviluppo sociale, tenace presenza nel mondo attuale e propensione verso un futuro più sicuro e sostenibile, quasi a voler simbolicamente uniformarsi all’immagine dell’ulivo che campeggia sul guidoncino del nostro Governatore.

 

                                                                       Michele Mastrodonato

                                                                          Addetto Stampa L.C. Castel del Moonte Host